La Pulce e il Topo

Posts written by celeste.10

view post Posted: 8/1/2012, 00:54     Galline ovaiole: sofferenza e morte - ...la mia voce, le mie cure, il mio Amore!
Galline ovaiole: nuova investigazione | 06/01/2012


Argomento: Allevamenti/Veganismo

Svolta in un allevamento della provincia di Varese, mostra le condizioni orribili in cui sono costrette a vivere le galline.


Riportiamo il video di una investigazione svolta da Nemesi Animale all'interno dell'allevamento di galline ovaiole della ditta Bruzzese di Olgiate Olona (VA), una delle principali produttrici di uova della regione Lombardia. La famiglia Bruzzese da quarant'anni alleva galline per la produzione di uova e nel suo allevamento sono attualmente prigioniere 200.000 galline, ma l'azienda ha in progetto la costruzione di un ulteriore stabilimento nel quale saranno rinchiuse altre 328.000 galline.

Invitiamo tutti, specie chi ancora mangia uova o qualsiasi prodotto che abbia uova tra i suoi ingredienti, a guardare questo video, per capire quali siano le reali condizioni in cui "vivono" gli animali negli allevamenti di galline ovaiole. E, attenzione: non è che questo sia un allevamento particolarmente orribile e gli altri siano migliori. Questo è il normale standard di allevamento delle galline sfruttate per fare le uova, quindi tutti gli allevamenti sono simili a questo.

UOVA BRUZZESE - Una storia di ordinaria sofferenza
Video

Galline che non vedono mai la luce del sole, ingabbiate senza la minima possibilità di movimento, malate, ferite, senza piume, impazzite per la prigionia, col becco dolente o malformato dopo il taglio che subiscono da pulcini, con le zampe sempre a contatto con la griglia metallica.

Sporcizia dovunque, file di gabbie una sopra l'altra.

Galline che muoiono in mezzo alle loro compagne, o che in qualche modo riescono a uscire dalle gabbie e muoiono d'inedia in una lenta agonia. Galline morte incastrate tra una gabbia e l'altra.

Una tortura, queste delle galline ovaiole, che dura circa due anni, per finire con la macellazione. E per ognuna di queste galline, un pulcino maschio è stato ucciso appena nato, negli stabilimenti di incubazione. Certo, perché statisticamente per ogni pulcino femmina, che da grande diventerà "gallina ovaiola", in questi stabilimenti dove vengono incubate le uova fecondate, nasce anche un pulcino maschio, che di uova non ne farà, e quindi viene ucciso subito come scarto. Ecco come funzionano queste "fabbriche di galline":




Per evitare tutte queste torture e tutte queste morti, la soluzione esiste, ed è semplice: diventare vegan, smettere di mangiare qualsiasi prodotto che contenga ingredienti di derivazione animale, perché TUTTI gli ingredienti animali provengono da allevamenti in cui gli animali soffrono e sono alla fine uccisi. SEMPRE. Non esistono eccezioni.

"Ma le uova di produzione biologica?", qualcuno chiederà. Non cambia molto. Certo, negli allevamenti biologici le galline hanno più spazio, e in vita soffrono un po' di meno. Ma anche loro vengono uccise una volta che non sono più abbastanza produttive. E anche per loro, per ogni gallina presente in allevamento, un pulcino maschio è stato ucciso appena nato.

La soluzione vera è una sola: diventare vegan.

Ecco come fare questa bellissima scelta, in modo semplice, con tutte le spiegazioni passo-passo: www.VegFacile.info

Fonti:

Video dell'investigazione nell'allevamento di galline ovaiole tratto da:
Bruzzese: una storia di ordinaria sofferenza
Foto: www.flickr.com/photos/68331448@N08/6634618727/

Video dell'investigazione sulle "fabbriche di pulcini" tratto da:
TV Animalista

dal sito AgireOra
view post Posted: 6/1/2012, 00:42     Un cocker ha rivisto il labrador che lo ha salvato donandogli il sangue - ...la mia voce, le mie cure, il mio Amore!

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Per Bruno, un cocker spaniel, il Natale del 2010 sembrava essere l'ultimo della sua vita.

Gli era stata diagnosticata una malattia al sangue che sarebbe stata letale se non si fosse trovato un donatore compatibile in breve tempo.

Ma lo staff del People’s Dispensary for Sick Animals di Blackpool,in Inghilterra, è riuscito a contattate il padrone di Max, un labrador che aveva lo stesso gruppo sanguigno di Bruno.

Luke McGarry ha acconsentito immediatamente alla trasfusione e nel giro di qualche ora il sangue del labrador ha salvato il cocker.

Un anno dopo, esattamente lo stesso giorno in cui si erano visti per la prima volta, i due cani si sono incontrati di nuovo in ospedale e hanno trascorso il Natale insieme, anche con i loro umani.

Stephen Metcalf, il padrone di Bruno, ne ha approfittato per ringraziare di nuovo Luke McGarry e tutto lo staff della clinica veterinaria: "Se non ci fossero stati loro, Bruno non sarebbe qui quest'anno.

Il gesto di Luke è stato imapagabile e Max si è comportato come mai un umano saprebbe fare.

Mentre il suo sangue passava nel corpo di Bruno, gli teneva una zampa addosso, come a rassicurarlo e ogni tanto gli leccava il muso. Non riusciremo mai a sdebitarci".

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view post Posted: 6/1/2012, 00:36     Un carlino fa da guida alla sua amica cieca - ...la mia voce, le mie cure, il mio Amore!


Due code e un'anima

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Franky ed Elly, due carlini, sono uniti da un rapporto speciale: uno sostituisce gli occhi dell'altra.

Infatti Franky è il cane guida di Elly che è cieca e l'aiuta a vivere nel modo più normale e confortevole possibile, l'accompagna a mangiare, a bere e a passeggiare.

I due amici, che hanno entrambi due anni, sono inseparabili. Elly segue Franky dappertutto usando il fiuto per capire dove si trovi, gli trotterella accanto, si struscia contro di lui e cammina al suo fianco.

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I carlini, che sono stati salvati dall'Ente protezione animali di Newport, nel Galles del sud, erano stati abbandonati in una casa disabitata e rischiavano di morire.

Elaine Buchan, la responsabile della sede gallese del RSPCA, ha dichiarato: "Stiamo cercando di farli adottare insieme, perché non vogliamo dividerli, si amano troppo.

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Franky è vivace e giocherellone ed Elly affettuosa e coccolona. Lui si prende cura di lei e le dà sotegno, fisico e affettivo.

Giocano insieme, esplorano il parco del Centro e si capisce che non hanno mai fatto queste cose prima d'ora. Per loro venire qui è stato come rinascere.

"Non prenderemo neanche in considerazione richieste di adozione soltanto di uno dei due, loro vivono in coppia perché sono una coppia. E io già invidio chi li accoglierà nella propria casa perché diventerà il padrone di due esseri meravigliosi" ha concluso la signora Buchan.

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view post Posted: 29/12/2011, 14:32     Riflessione - Liberando la fantasia
è un po' lungo, ma vi garantisco che vale la pena guardarlo fino alla fine....
tocca il cuore e fa riflettere anche chi a queste cose non ci aveva mai pensato prima,
dopo aver visto il video non si potrà più dire "non lo sapevo e quindi non sono colpevole"
poi naturalmente ognuno può decidere liberamente cosa fare, tutto dipende dalla coscienza di ognuno di noi!
buona visione, guardatelo però!



view post Posted: 29/12/2011, 14:13     GENTE SENZA PIETA’ ALCUNA - ...la mia voce, le mie cure, il mio Amore!



Franco Libero Manco


Non esiste crimine più imperdonabile della sistematica e millenaria sopraffazione dell’uomo sull’animale. L’uomo ha trasformato la terra in un inferno, un luogo di terrore e di tormento per gli animali: ha disseminato stabulari, macellerie, concerie, istituti di sperimentazione; ha riempito i frigoriferi e le sue dispense di ossa e parti smembrate dei poveri animali uccisi senza pietà e senza che mai si levasse dal suo cuore un senso di ripulsa e di vergogna.


L’uomo è diventato un torturatore implacabile, un boia spietato di buoi, di cavalli, di maiali, di teneri agnelli, di incantevoli pennuti, di pesci bellissimi, di esseri miti e aggraziati, pacifici, inoffensivi e ha degradato se stesso simile a belva assetata di sangue e affamata di cadaveri. Da essere dotato di emotività, sensibilità e senso estetico si è trasformato in un malefico cannibale rozzo e spietato. Abbiamo trasformato i miti e dolcissimi vitelli dalla struggente bellezza e innocenza, le orgogliose galline, gli spavaldi puledri, i risoluti ed intelligenti porcellini, i teneri conigli, in cose da smembrare, triturare, fare a pezzi, arrostire, bollire per scaricarli nella fogna dopo essere passati attraverso il nostro stomaco insaziabile e vorace. Mai al mondo gli animali sono stati trattati dall’uomo in questo modo infame e disumano.


Urla di disperazione si levano ogni istante dai milioni di scannatoi sparsi in tutto il mondo e mai le vittime sono state così sistematicamente assoggettate; mai depravazione umana raggiunge i suoi massimi livelli come in un mattatoio. Esseri che non hanno che gli occhi per piangere e il cuore per soffrire spaventati a morte per le pene incomprensibili a loro inflitte. Esseri che non hanno la capacità di farsi capire nel nostro linguaggio, che non hanno avvocati, sindacati che li difendano, non c’è amnesty international per gli animali, non ci sono angeli o santi che vengono in loro aiuto: l’animale è solo nel suo sconfinato universo di dolore, inerme nelle mani predaci dell’uomo.


L’animale che ci guarda, con la trepida speranza di essere lasciato in pace, non sospetta che nella mente dell’uomo alberghino piani così diabolici e sconvolgenti. E i veleni della carne ostruiscono non solo le arterie del nostro corpo ma i canali della saggezza, della sensibilità, della spontanea compassione verso le vittime del suo stupido, insensato e spietato egoismo.


Ogni giorno, 365 giorni all’anno, 300 milioni di animali trovano la morte a causa dell’uomo: un coro planetario di urla disumane, imploranti, strazianti si levano inascoltate verso questo mostro sanguinario che tutto sa sacrificare per non rinunciare al piacere del palato. La carne urla e le peggiori malattie dell’uomo sono l’effetto della tremenda nemesi karmica che l’uomo attira su di se e condanna se stesso ad un destino di dolore. Lo schifo ed il ribrezzo che derivano da tali azioni superano di gran lunga ogni possibile proposito positivo.


Per millenni abbiamo costretto gli animali a lavorare per noi come schiavi ed essi, nella loro sacrale ed inoffensiva docilità, hanno obbedito pazienti e rassegnati alla tirannide umana sopportando fatiche immani, fame, tormenti, il castigo del bastone e della frusta; li abbiamo coinvolti nelle mille e sanguinarie guerre fratricide; li abbiamo tenuti in prigione, in posti orribili per tutta la loro breve e infausta esistenza; abbiamo immobilizzato i giocosi vitelli impedendo loro l’innato ed irrefrenabile desiderio di correre e di giocare; li abbiamo castrati, mutilati, tosati, li abbiamo alimentati con cibi schifosi, li abbiamo privati dell’erba, della luce del sole; abbiamo annullato la loro dignità; li abbiamo imbottiti di farmaci per impedire che muoiano prima che giungano al mattatoio; abbiamo tolto alle madri i loro piccoli mentre i loro occhi si riempivano di lacrime; li abbiamo caricati a forza sui camion blindati e li abbiamo portati nell’inferno dei mattatoi dove l’odore del sangue e la vista dei loro compagni di sventura uncinati, sventrati, fatti a pezzi, smembrati, spellati, spesso ancora vivi, li ha fatti schiantare dal terrore.


E ora abbiamo il coraggio di addentare quella maledetta, disgustosa, puzzolente, putrescente parte di cadavere che nessun condimento potrà mai rendere digeribile alla nostra coscienza. E abbiamo anche il coraggio di dare ai nostri bambini questo pasto mortifero. Siano fatte visitare ai bambini le stalle e poi i mattatoi; sia loro spiegato che le bistecche, il prosciutto o la coscia di pollo non crescono sui prati come le margherite o sugli alberi come i frutti. Il crimine della peggiore condizione umana è quello di dare ai bambini da mangiare gli animali che amano.


E non c’è opera meritoria dell’uomo che possa neutralizzare gli effetti di questa immane, folle, insensata, sistematica, criminale carneficina di esseri indifesi, innocenti, miti, generosi, buoni, belli, pazienti. Questo non trova alcun perdono sotto nessun cielo dell’universo. Ma chi mangia cadaveri si cadaverizza. E’ una regola implacabile.


In un costante e dissennato suicidio collettivo ci si ciba di animali morti, di cadaverina, di masse virali, di tessuti in decomposizione. Mangiamo i loro reni, il loro fegato, il loro cuore, il loro cervello, i loro intestini, le loro gambe, la loro lingua, la loro coda, i loro testicoli. Ogni piatto di carne porta con se un messaggio di morte: è un crimine contro la vita e contro l’integrità del nostro organismo di animali fruttariani. Ma anche gli animali hanno un Dio e prima o poi la loro sofferenza ricade sui massacratori e sui mandanti, cioè i mangiatori di carne, e su coloro che ne fomentano l’utilizzo.


Ma ciò che mi sconvolge, che mi fa impazzire, che devasta il mio equilibrio e valica ogni mia possibile giustificazione è che tutto questo avviene con l’avallo, la giustificazione e la benedizione di santa romana chiesa, delle religioni specialmente di ceppo ebraico e di ogni altra religione o educatore religioso che ne fa parte. Ed io ne provo vergogna e orrore ad essere della stessa specie di coloro giustificano questo stato di cose. L’uomo non ha ancora i titoli per essere considerato tale.

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view post Posted: 22/12/2011, 00:50     i nostri auguri - Liberando la fantasia

TANTI CARI AUGURI A TUTTO IL FORUM ANCHE DA PARTE MIA


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view post Posted: 22/12/2011, 00:46     Alro menù Natalizio Veg - Cucina ...in erba
Visto che avete apprezzato il menù VEG che vi ho postato, ho pensato di proporvi anche questo della LAV

Per un Natale di pace
La LAV augura a voi, ai vostri cari a due e quattro zampe un felice Natale sotto il segno delle pace e dell'armonia con tutto ciò che ci circonda: persone, animali e ambiente, a partire dal menù delle feste! Ecco qualche consiglio goloso.
Lo chef Giuseppe Capano, esperto in cucina naturale, ha preparato per Cambiamenu un menu esclusivo, adatto a celebrare le feste di quest’anno con gusto e creatività.


ed ecco il menù


pasticciere

Crostini al pate' di olive nere e sedano con purea di finocchi e patate

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Preparazione:

1. Mettere le patate della purea lavate in una casseruola, coprirle di acqua fredda e dal momento dell'ebollizione lessarle per 20-25 minuti circa fino a renderle tenere ma non sfatte.
2. Nel frattempo preparare il paté, pulire il sedano conservando anche le foglie, lavarlo e tritarlo, sbucciare l'aglio e schiacciarlo, snocciolare le olive e metterle in una piccola casseruola dal fondo spesso insieme alla buccia di arancia sbucciata sottilmente evitando la parte bianca, aggiungere l'aglio schiacciato, il sedano tritato e 3 cucchiai d'olio d'oliva lasciando rosolare il tutto per 10 minuti a fuoco basso.
3. Alzare la fiamma, bagnare con il vino bianco lasciandolo evaporare, pepare a piacere, lasciare intiepidire, eliminare la buccia d'agrume insieme all'aglio e passare al setaccio o frullare il tutto, preparare il prezzemolo tritato e aggiungerlo alle olive.
4. A parte mondare i finocchi dalle sommità barbose (conservar ei ciuffetti verdi per la decorazione) e dalla foglia esterna più dura e fibrosa, dividerli a metà, lavarli e tagliarli in sottili spicchi.
5. Sbucciare la cipolla e tagliarla in spicchi simili ai finocchi, metterle in una padella dal fondo spesso e rosolarla inizialmente con 3-4 cucchiai di olio d'oliva per 5 minuti, aggiungere i finocchi e le foglie di alloro lavate, salare, coprire e cuocere per 10-15 minuti circa fino a rendere teneri i finocchi.
6. Eliminare le foglie di alloro e frullare finocchi e cipolle solo per il tempo necessario a ridurli in crema, non eccedere con la frullatura, sbucciare le patate ancora calde e passarle allo schiacciapatate raccogliendo la purea in una pentola, aggiungere la purea di finocchi e lasciare asciugare sul fornello a calore minimo per 5 minuti regolando di sale e insaporendo con noce moscata a piacere.
7. Spremere la purea calda in alcune ciotoline decorando con i ciuffetti verdi tenuti da parte, lasciare al naturale o tostare a piacere le fette di pane, spalmarle con il paté di olive nere e accompagnare la purea di finocchi.


pasticciere

Gnocchetti saraceni alla salvia con crema di zucca

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Preparazione:

1. Lavare e asciugare le foglie di salvia, tritarle finemente e mescolarle subito con le due farine e un pizzico di sale, mettere a fontana il tutto e impastare versando l'acqua sufficiente a ottenere un pasta molto morbida, avvolgerla con un panno e lasciarla riposare in frigorifero per 30 minuti.
2. Nel frattempo tagliare la zucca pulita in piccoli cubetti, sbucciare le cipolle, affettarle e metterle in una padella insieme a 4 cucchiai di olio, rosolarle per 10 minuti.
3. Aggiungere la zucca e le foglie di alloro lavate, salare, coprire e cuocere per 15 minuti circa versando se serve un poco di acqua.
4. Prendere un pezzo di impasto alla volta, arrotolarlo sul tavolo dandogli la forma di un grissino, tagliarlo sottilmente formando dei piccoli chicchi piatti da infarinare con cura e sistemare su un vassoio.
5. Lessare i gnocchetti freschi in abbondante acqua bollente salata per 10 minuti, nel frattempo togliere le foglie di alloro dalla zucca e frullarla con un frullatore a immersione versando l'acqua di cottura dei gnocchetti sufficiente a ottenere una crema molto fluida e morbida da aromatizzare con una macinata di noce moscata.
6. Stendere la crema di zucca nei piatti e sopra adagiarvi i gnocchetti scolati con una schiumarola, completare con una macinata di pepe rosa e servire.

pasticciere

Barchette di patate dorate con farcia di noci e ceci al pomodoro

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Preparazione:

1. Sbucciare le patate e lavarle, sezionarle a metà per il lungo e con un coltellino scavarle con attenzione dalla polpa centrale formando delle barchette vuote, tenersi a ½ cm almeno dal bordo e dal fondo per non rischiare di rompere le patate.
2. Condirle con il rosmarino tritato, un pizzico di sale e qualche cucchiaio di olio, disporle in una teglia e cuocerle nel forno caldo a 190 gradi per 15 minuti circa fino a renderle croccanti esternamente e morbide internamente, recuperare la polpa scavata e cuocerla a vapore per circa 10 minuti fino a renderla tenera.
3. Nel frattempo sbucciare gli scalogni e tagliarli a spicchi, metterli in una casseruola insieme ai gherigli di noce, 3 cucchiai di olio e le foglie di alloro ben lavate, coprire e rosolare per 10 minuti circa mescolando ogni tanto.
4. Togliere le foglie di alloro dal soffritto e frullarlo, aggiungere il tofu tagliato in piccoli cubetti e la polpa delle patate cotta a vapore, frullare nuovamente e formare una crema mediamente densa da regolare di sale.
5. Farcire con questa crema le barchette di patate e scaldarle brevemente in forno, a parte sbucciare e tritare l’aglio, rosolarlo velocemente con 2 cucchiai di olio, aggiungere i ceci e insaporirli per 5 minuti, unire la salsa di pomodoro e una punta di buccia di limone grattugiata lasciando insaporire per 2-3 minuti.
6. Completare i ceci con il prezzemolo, decorare le barchette con altri gherigli di noce e accompagnarle con il contorno di ceci caldo.

pasticciere

Dessert di cachi con melagrana all'anice e fondente

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Preparazione:

1. Sgranare i chicchi di melagrana, metterli in una ciotola e condirli con lo zucchero bianco e il liquore, lasciarli macerare al fresco per 30 minuti.
2. Portare a ebollizione l'acqua con lo zucchero di canna, abbassare la fiamma, aggiungere l'agaragar e sempre mescolando lasciare bollire lentamente per 3-4 minuti.
3. Frullare la polpa di cacao per il minor tempo possibile, deve semplicemente diventare una crema uniforme senza spappolarsi troppo e diventare eccessivamente liquida.
4. Aggiungere lo sciroppo addensato ai cachi mescolando con cura, mettere i chicchi di melagrana sul fondo di 4 formine in terracotta leggermente bagnate, versare in parti uguali la crema di cachi e lasciare rassodare in frigorifero per 2 ore.
5. Bagnare la parte esterna delle formine, capovolgere la centro dei piatti, decorare con il cioccolato ridotto in scaglie e servire.


giuseppe-capano.cucina-naturale.it/
cucina e salute.com



pasticciere






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view post Posted: 20/12/2011, 23:14     I fondi di Fukushima vanno a finanziare la caccia alle balene - News

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I fondi destinati alle vittime del disastro di Fukushima dirottati per la caccia alle balene. Non è uno scherzo, succede in Giappone dove la sua flotta, diretta verso i mari antartici per catturare almeno mille cetacei nei prossimi tre mesi, è stata finanziata con il denaro originariamente raccolto per aiutare le popolazioni di pescatori colpite dal terremoto e dalle radiazioni.

A denunciarlo sono gli ambientalisti di 18 organizzazioni giapponesi, per cui “è scandaloso che il governo attinga dai contribuenti denaro per un programma non necessario, non richiesto ed economicamente poco significativo”. La caccia alle balene “è un marchio oscuro per la reputazione internazionale del Giappone e un buco nero per il denaro dei contribuenti”, ha denunciato Junichi Sato, direttore esecutivo di Greenpeace Japan: “Gettare miliardi di yen in questo periodo di crisi è assolutamente vergognoso. Il Paese non può permettersi di sprecare risorse per l’operazione antartica quando i suoi cittadini soffrono in patria”. E aggiunge: “Stiamo veramente toccando il fondo, sia per la deprecabile industria baleniera che per i politici insensibili che la sostengono”.

Le proteste delle Ong giapponesi erano già iniziate ai primi di novembre, quando il governo di Tokyo decise di stanziare circa 2,3 miliardi di yen in più (oltre venti milioni di euro), per la caccia ai giganti del mare. Soldi pubblici che, aggiungendosi ai circa sette milioni di euro già dati dal governo al programma di caccia baleniera, per gli ambientalisti si sarebbero dovuti destinare ad interventi di ben maggiore importanza per i giapponesi. Come, appunto, quelli necessari per riportare la zona di Fukushima ad una situazione più prossima alla normalità.

Molti gruppi spontanei, non solo ambientalisti, hanno scritto al primo ministro Yoshihiko Noda per protestare contro la scelta di usare il recovery fund in questo modo. Anche Avaaz ha lanciato una petizione per “arrestare immediatamente i sussidi all’industria baleniera, dando invece priorità all’assistenza delle famiglie che ancora soffrono le conseguenze del terremoto e del disastro nucleare”. L’agenzia ittica giapponese, invece, ritiene legittima la scelta di Tokyo di destinare ai suoi associati questi fondi, in quanto fra le realtà distrutte lo scorso 11 marzo figura anche un porto baleniero, utile alle città costiere coinvolte nello tsunami a ritornare “economicamente prospere”.

Ma i peggiori problemi economici sembra averli proprio l’industria baleniera. La caccia commerciale ai grandi mammiferi marini, sospesa in Giappone già nel 1987 (ma perpetrata in barba ai regolamenti internazionali in quanto trasformata in ”spedizioni di caccia a scopi scientifici”), non è più un’attività redditizia da parecchio tempo. Il motivo è la progressiva caduta del consumo di carne di balena, di cui già in questo momento sono immagazzinate, surgelate, centinaia di tonnellate in eccesso. Un tracollo che ha portato il programma baleniero a contrarre debiti per oltre diciassette milioni di euro, impossibile da pagare senza il supporto dei fondi pubblici.

A tal proposito Robbie Marsland dell’associazione londinese International Fund for Animal Welfare ha affermato: “Siamo delusi anche se non sorpresi che la flotta giapponese è nuovamente partita per l’Antartide per macellare più balene. La realtà, però, è che questa industria sta morendo e questo è il suo ultimo anelito”. Un’economia che non dà più profitto, dunque, oltre che essere all’origine di cattive politiche “sia per i giapponesi che per balene”.

Anche la Sea Shepherd Conservation Society è pronta ancora una volta a dare battaglia. La spedizione della flotta giapponese, stima l’organizzazione, porterà infatti all’uccisione di oltre 900 balenottere: ”L’anno scorso li abbiamo inseguiti fino in Sud America ed è stato allora che hanno deciso di ritornare indietro prima del previsto”, ha ricordato Paul Watson, capo e fondatore di Sea Shepherd: ”Li abbiamo già sconfitti economicamente. Ora dobbiamo sconfiggerli politicamente”.

Oltre al crescente malcontento interno, la strage di balene provoca anche frizioni internazionali: ormai da qualche anno, il Paese del Sol levante sempre più spesso si trova al centro di conflitti con nazioni come l’Australia o la Nuova Zelanda, per cui i mari antartici sono considerati un santuario dei cetacei. Il governo australiano ha infatti presentato un’azione legale alla Corte internazionale di giustizia per porre fine al fenomeno dello whaling, ma non ha fortunatamente accolto la proposta di alcuni “eco-pirati” che, per garantire il rispetto delle regole in mare aperto, hanno addirittura chiesto supporto militare dalle unità navali di Canberra. Nei prossimi tre mesi estivi si prospettano comunque duri scontri, nei mari del sud.

fonte
view post Posted: 17/12/2011, 00:31     Mars, un cioccolato AMARO - News

mars



La Mars Inc è una delle ditte alimentari piu famose al mondo ma come ogni grande multinazionale nasconde i propri lati oscuri, o per meglio dire amari.
Dopo aver addolcito molti dei nostri momenti, pero', si viene a scoprire che sapori e proprieta' nutritive sono tali perche testati su animali. Niente di ''strano'', si sanno queste cose vero??? E vabbè, battaglia persa, ma dopo aver visto il video che vi andiamo a proporre vorrei semplicemente che vi poneste una semplice domanda: Fareste fare al vostro cane, gatto o qualsivoglia animale domestico questi test??? Io stesso sono rimasto esterrefatto da questo video che segue, quindi non a tutti ne consiglio la visione





LA STORIA DELLA NASCITA DI MARS INC.

La Mars Incorporated, o Mars, Inc. è una multinazionale americana del settore agroalimentare. Il quartier generale della Mars è situato in Virginia, precisamente a McLean.
Azienda nota principalmente per i prodotti dolciari, nel solo 2004 il colosso ha registrato vendite per 18 miliardi di dollari impiegando 39.000 persone.
Azienda con zero debiti per politica interna di autofinanziamento, tuttora (dopo quattro generazioni passate sotto il controllo diretto della famiglia Mars, una delle più ricche famiglie degli USA) la gestione dell'azienda è stata aquistata da membri esterni alla famiglia, anche se i Mars mantengono ancora la proprieta'.
La maggior parte delle attività svolte negli Stati Uniti fanno capo ad una divisione conosciuta come Masterfood, situata ad Hackettstown nel New Jersey mentre per l'Europa si delega la Masterfood Europa, con sede a Bruxelles in Belgio.
L'azienda in origine è stata fondata a Tacoma da Clarence Mars e la moglie, dedita alla vendita di caramelle. Ma nel 1923 Clarence introdusse sul mercato una barretta di cioccolato pratica da consumare, la Milky Way, che ebbe grande successo. Nel 2008 Mars acquista per 23 Miliardi di dollari la Wrigley Jr. Company, azienda leader per chewing gum con un fatturato di 5,4 miliardi di dollari.
Ad oggi il gruppo Mars inc. puo' vantare la proprieta' di moltissimi marchi dolciari, tra i piu noti M&M's, Kitekat, Twix, Bounty e Snickers oltre a cibo per animali con marchi del calibro di Chappy, Royal Canin e Sheba.
Da molti animalisti la multinazionale è considerata un marchio del terrore per la sua crudelta': la Mars infatti finanzia e usufruisce della vivisezione e a seguito dei test svolti gli animali vengono sistematicamente abbattuti.
Nel 2007 il colosso finanzia uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience, nel quale alcune cavie animali venivano alimentate con flavanoli del cacao e in seguito obbligate a nuotare in una miscela di acqua e vernice. Risultato??? Le cavie che riuscivano a sopravvivere venivano comunque soppresse a fine esperimento, strano premio per le piu' audaci.
Ma vi siete chiesti perche la Mars usufruisce di cavie animali anche se non appartenente al segmento farmaceutico??? Semplice, per paura di avere effetti collaterali sull'uomo.
Il dramma è che la ditta usa animali di piccola taglia perche piu facili da sterminare in massa ed usa un sistema di alimentazione forzata tramite applicazione di un tubo direttamente nella gola degli animaletti. Il procedimento prevede oltretutto che gli arti inferiori vengano mozzati e la cicatrizzazione delle arterie per impedire che si possano ribellare alle procedure previste. Una volta analizzato a fine test, l'animale viene semplicemente ucciso.
Vogliamo altresì mettere in evidenza un esperimento su un ingrediente chiamato PQQ e utilizzato nel cioccolato Mars, dove la cavia veniva rinchiusa in un box di plexiglass dalle dimensioni minori a quelle di una lattina e successivamente immerso per 5 ore all'interno di un liquido raffreddato. In questo lasso di tempo si monitorava la cavia fino a che non andava in dispnea, cioè finche non faticava a respirare.
Una volta estratto il box dal liquido, tramite l'applicazione di un catetere orale la cavia veniva somministrata forzatamente di PPQ, ripetendo il procedimento per 10 giorni prima di sezionare ed uccidere l'animale.
Altro lodevole test riguardava i conigli, forzati a nutrirsi di cacao e altri ingredienti da testare. Successivamente il cacao veniva iniettato direttamente nella vena giugolare per verificare l'effetto su tessuti muscolari e cuore.


Capita ogni giorno di sentire storie del genere, ma adesso fatevi una semplice domanda che riporta il tutto al principio dell'articolo: a voi piacerebbe che il vostro animale domestico, compagno di vita fedele, venisse trattato in questa maniera???

fonte
view post Posted: 17/12/2011, 00:23     Dossier Nestlè: storia di un dolce incubo! - News

nestle



La Nestlè è vita, la nostra vita, perche noi potremmo tranquillamente vivere dei loro prodotti. Infatti questa multinazionale svizzera ha un regime quasi di monopolio nel mercato mondiale.
Facciamo un esempio? ci alziamo la mattina, facciamo colazione con i cheerios, magari accompagnati da una tazza di caffè (naturalmenteNescafè) o del buon latte Latière e un bel bicchiere di San Pellegrino. A pranzo una bella pasta Buitoni, un bel gelatino Motta, per digerire facciamo sport, giusto per rimanere in forma, allora perche non usare un PowerBan? E la sera? Massi, dedichiamoci a bimbi, diamogli un belFruttolo, cosi non fanno i capricci, e ai nostri amici animali un bel Friskies e poi a nanna. E domani non abbiate paura, a voi ci penserà ancora la Nestlè, con prodotti diversi ovviamente, mica hanno solo questi. Infatti al momento la multinazionale Svizzera puo' vantare un ventaglio di 189 grandi marchi, mica poco. Ma sotto questa egemonia, come ogni storia che si rispetti, c'è sempre qualcosa da analizzare e scoprire, e come San Tommaso noi siamo pronti ad analizzare la ricetta di tale successo.

LA STORIA DI UN IMPERO
Corre l'anno 1860 quando il farmacista Henri Nestlè sviluppò un alimento per i neonati che non potevano essere nutriti al seno a causa di particolari intolleranze. Il prodotto creato, la Farine Lactèe Henri Nestlè, salvò la vita di un bambino e fu presto venduta in tutto il continente europeo. Nel 1866 fu quindi fondata ufficialmente la Nestlè, destinata col tempo a diventare forse la piu conosciuta multinazionale del mondo.
Nel 1905, la Nestlé si fuse con la Anglo-Swiss Condensed Milk Company, dando il via ad una vertiginosa crescita che coinvolse in seguito nazioni del calibro di Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Spagna. Durante la Prima guerra mondiale crebbe la richiesta di prodotti caseari, e la produzione della Nestlé raddoppiò prima della fine del conflitto.

Dopo la fine del conflitto il mercato caseario tornò a normalizzarsi e gran parte dei consumatori tornarono al latte fresco. La Nestlé rispose a questo mutamento di contesto modificando la propria linea aziendale, riducendo il proprio debito e iniziando a espandersi nel settore della produzione del famosissimo cioccolato, a tutt'oggi la seconda attività più importante dell'azienda.


All'inizio della Seconda guerra mondiale furono realizzate nuove fabbriche in molti paesi in via di sviluppo in america latina. Proprio la guerra, paradossalmente, portò all'invenzione di un nuovo prodotto di enorme successo, il Nescafè, utilizzato in primis dall'esercito americano e poi diffusosi nel mondo.
La fine della seconda Guerra Mondiale fu l'inizio di una fase molto dinamica. La crescita dell'azienda fu accelerata e furono portate a termine numerose acquisizioni. Nel 1947 la Nestlé si fuse con la Maggi, seguirono Crosse&Blackwell (1950), Findus (1963), Libby's (1971) e Stouffer's (1973). Fu inoltre realizzata nel 1974 una shareholding con L'Oreal, che rese ufficiale l'allargamento degli interessi commerciali, ormai usciti dal guscio alimentare. Nel 1977 l'espansione continuo' con l'aquisizione di Alcon Laboratories e nel 1984 si aggiunse anche la compagnia americana Carnation.
Con la nascita del mercato globale, datata nella meta' degli anni '90 la Nestlé si affaccio' su importanti mercati nei quali emergenti. Negli anni successivi avvennero nuove importanti acquisizioni: Sanpellegrino nel '97, Spiller Petfoods nel '98, Chef America, Ralston Purina e Dreyer's nel 2002 e per finire la Gerber nel 2007.
Fin dagli ultimi anni del settanta, la Nestlé è stata oggetto di numerose critiche per la sua politica commerciale, che hanno fatto nascere numerosi movimenti di opposizione a questa azienda, iniziati su vari fronti e in diversi paesi, tutti riuniti in un comitato chiamato International Nestlè Boycott Committee, che ha in Jean Ziegler uno degli esponenti di spicco in materia di critiche.

IL LATTE, CROCE E DELIZIA
In materia di promozione, la Nestlé viene accusata di una politica commerciale aggressiva e irresponsabile, sopprattutto per quanto riguarda la promozione di latte per neonati nei paesi in via di sviluppo, che avviene attraverso forniture gratuite a strutture ospedaliere
La stessa UNICEF dichiara che la sostituzione dell'allattamento materno con il latte in polvere, porterebbe nei paesi del Terzo mondo alla morte di circa un milione e mezzo di bambini ogni anno, a causa di problematiche legate alla difficoltà di sterilizzazione dell'acqua e dei biberon utilizzati, fatto che comporta un aumento dei rischi di mortalità post-neonatale rispetto all'allattamento naturale.
Per queste ragioni l'Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS) adottò il 22 maggio del 1981, l'International Code of Marketing of Breast-milk Substitutes, un regolamento internazionale sulla promozione di surrogati del latte materno, linea guida non legalmente vincolante al quale la Nestlé aderì nel 1982
I controlli eseguiti nel 1988 dalla International Baby Food Action Network riscontrarono delle infrazioni da parte dell'azienda e di altre compagnie produttrici di latte per neonati e provocarono la ripresa del boicottaggio dell'azienda nato nel 1977 e successivamente interrotto con la sua adesione al Codice dell'OMS
Diverse indagini hanno mostrano come la Nestlé ed altre compagnie produttrici di latte in polvere per neonati negli ultimi anni abbiano ripetutamente infranto il Codice internazionale dell'OMS al quale hanno ufficialmente aderito, in particolar modo nelle regioni meno sviluppate del pianeta.
Ma la Nestlè fa scandalo anche nel nostro paese, dove nel 2009 la filiale italiana è stata penalmente condannata, in compagnia della Tetrapak, al risarcimento danni, tramite un tipo di inchiostro chiamato Itx, per l'inquinamento del latte Nidina.

IL CIBO TRANSGENICO
Nell'agosto del 2004 un test effettuato da Greenpeace porto' alla luce la presenza di organismi geneticamente modificati in una confezione di Nesqiuk, seguita da una denuncia fatta da una donna cinese, che denunciò la multinazionale poiché l'uso di OGM nei prodotti per l'infanzia, al tempo assolutamente proibito dalle leggi locali. Nel novembre 2005 Nestlé si oppose alla decisione svizzera di bandire gli OGM.

SCHIAVISMO E MANODOPERA MINORILE
La denuncia alla Nestlè arriva nel 2005 viene ufficialmente denunciata per l'uso di manodopera ridotta in schiavitu'. Salta all'occhio una testimonianza ci traffico di minori, dal Mali alla Costa d'Avorio, costretti in seguito a lavorare dalle 12 alle 14 ore al giorno in piantagioni di cacao (dove la stima parla di circa 284.000 minori all'opera), e oltretutto gratuitamente, con cibo in quantita' ridotte, poco sonno e ripetute percosse.
In quelle zone la miltinazionale svizzera è la terza compratrice mondiale, e l'esportazione del cacao, a quanto appurato, sarebbe stata la principale fonte finanziaria per le forze militari della guerra civile.
Nel 2001 Nestlé e altri grandi produttori di cioccolato hanno firmato un accordo, il protocollo Harkin-Engel (o piu comunemente chiamato Protocollo sul cacao), per affermare che sarebbe certificato, da luglio 2005, che il suo cioccolato non era stato prodotto attraverso manodopera minorile forzata o proveniente da traffico di esseri umani, ma il protocollo stesso, secondo il più recente report dell'International Labor Rights Fund pubblicato nel 2008, sarebbe stato disatteso

RITORSIONI SUI LAVORATORI
La Nestlè sembra oltretutto essere autrice di licenziamenti a scopo intimidatorio, come quello dell’89 in Brasile, a Cacapava, dove i lavoratori di una fabbrica di cioccolato scioperarono per denunciare le condizioni di lavoro penose, la discriminazione nei confronti delle donne, la mancanza di adeguati indumenti protettivi e di adeguate condizioni di sicurezza. A seguito della protesta, in breve tempo quaranta operai furono licenziati, compresi quasi tutti gli organizzatori dello sciopero.
Per completare questa interessante lista, ricordiamo che la L’Oreal, marca di cosmetici francese facente parte del gruppo Nestlé, é stata recentemente fatta oggetto di un boicottaggio denunciante gli allucinanti esperimenti perpetrati a danno di animali per testare la cancerogenicità dei propri prodotti. Ancor più recentemente la multinazionale Nestlé é stata accusata di utilizzare nei suoi prodotti alimentari cereali e derivati manipolati geneticamente (un esempio é la pasta per torte della Leisi).


FONTE
view post Posted: 17/12/2011, 00:21     Menù di Natale senza crudeltà - Cucina ...in erba
Grazie a voi cari amici, per aver apprezzato le ricette Vegan! :1z4ki91.jpg:
view post Posted: 14/12/2011, 22:41     Come curare le piante natalizie - ...Che MERAVIGLIAAAAAA...!!!
La festa più amata da grandi e piccini sta per arrivare e per rendere più colorate e natalizie le nostre abitazioni oppure anche per regalare qualcosa di veramente bello e allo stesso tempo che racchiuda un valore simbolico, ecco che ci sono le piante natalizie. Ma quali sono e come si curano? Scopriamolo insieme.

Il Natale sta per arrivare e già molti di voi saranno intenti ad addobbare la casa per rendere l’atmosfera pienamente natalizia. Spesso la maggior parte delle persone per Natale acquista o riceve come regalo una pianta natalizia, che è perfetta per adornare l’ambiente domestico e renderlo caldo, colorato e accogliente.
La pianta simbolo del Natale per eccellenza è la Stella di Natale, ma ci sono altre piante, altrettanto belle e simboliche, come l’agrifoglio, il ginepro, la Rosa di Natale, il vischio e la stella alpina.
Queste piante naturalmente, come tutte le altre, necessitano di cure per essere sempre sane e belle e non seccare, ecco quindi qui di seguito alcuni consigli per curarle.


Stella di Natale

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Iniziamo con la Stella di Natale che è la pianta di questo periodo più conosciuta, quella che rende allegre e colorate la maggior parte delle case durante il periodo di festa. Questa pianta ha un proprio valore simbolico di buon auspicio e rinnovamento, per questo può essere un’ottima idea regalo per chi ama il verde. E’ una pianta di appartamento che normalmente ha le foglie di un color rosso intenso, a tal punto che alle volte sembrano di velluto, e vengono chiamate bratte; ne esistono anche delle varianti con foglie bianche. I fiori invece sono in ogni caso gialli e piccoli e sono all’interno delle bratte.
Essendo una pianta d’appartamento può benissimo essere tenuta in casa, ma affinché si mantenga sempre bene, è necessario che la temperatura dell’ambiente sia compresa tra i 14° e i 22°; infatti è una pianta di origine messicana, che ama le temperature calde, nonostante sia il simbolo del Natale. Attenzione però a non sistematela accanto ai termosifoni, perché altrimenti le bratte si seccano.
È necessario che stia alla luce almeno 10 ore al giorno, e le restanti ore deve essere messa al buio.
Quando termina la fioritura, la pianta deve essere potata e in primavera si deve trapiantare in un vaso più grande, stando bene attenti ad annaffiarla quando la terra è asciutta e concimandola ogni 15 giorni all’incirca, inoltre già a maggio si può mettere anche all’esterno, ma al riparo dei raggi solari.
Nei due mesi che precedono il Natale, è consigliabile mettere la pianta in una stanza buia per 15 ore circa al giorno e poi nelle rimanenti ore in un posto ben illuminato, ma sempre al riparo dalla luce diretta dei raggi solari. Osservando bene questi piccoli accorgimenti durante il periodo natalizio la Stella di Natale sarà di nuovo bella e vigorosa.


Agrifoglio

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L’agrifoglio è anch’essa una pianta natalizia dal valore simbolico beneaugurante con le sue bacche rosse, a cui però bisogna fare attenzione perché sono velenose. Spesso i suoi rametti sono utilizzati appunto per gli addobbi e le decorazioni natalizie. È una pianta sempreverde che desidera il sole e la luce e un clima che non sia troppo freddo.
L’agrifoglio richiede di essere annaffiato due volte alla settimana, e di avere un terriccio che sia ricco di humus. Per quanto riguarda la potatura deve essere effettuata ogni volta che sia necessario.


Ginepro

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Il ginepro è una pianta cespugliosa, che quindi va necessariamente coltivata all’esterno; è molto famosa sin dall’antichità per le sue qualità curative, ma anche per il suo uso in cucina, infatti il famoso liquore gin deriva proprio da questa pianta.
Durante le feste di Natale di essa vengono usati i suoi rami, con le bacche di un color violaceo scuro, per creare delle ghirlande o per decorare le tavole e i portacandele.


Rosa di Natale

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La Rosa di Natale, che in realtà si chiama elleboro, è una pianta che fiorisce proprio nel mese di dicembre e la cui fioritura prosegue fino alla primavera. I fiori della Rosa di Natale sono abbastanza grandi e bianchi, anche se ne esistono delle varietà colorate con fiori verdi, viola, rosa e persino nero. Fate attenzione perché è una pianta velenosa.
Può essere coltivata a terra o in un vaso, sia dentro casa che fuori, però in quest’ultimo caso deve essere sistemata in una posizione riparata di semi-ombra; ama le temperature fredde, infatti anche se nevica può essere tenuta fuori, ma bisogna evitare che sia esposta alle correnti d’aria e direttamente ai raggi solari. Durante l’estate è bene che la pianta sia posizionata in una zona fresca.


Vischio

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Il vischio è una pianta cespugliosa sempreverde, con dei rametti che sono considerati fin dai tempi antichi di buon auspicio.
I suoi rami sono utilizzati a Natale per realizzare delle decorazioni, e spesso viene appeso all’uscio di casa perché, secondo un’antica tradizione dei popoli del Nord Europa, chi si trova sotto il vischio deve baciarsi per buon auspicio.
Di questa pianta vengono normalmente così usati i rami e il consiglio è di non esporli a delle fonti di calore dirette come le stufe o i termosifoni perché potrebbero danneggiarsi.


Stella Alpina

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È una pianta ornamentale che appartiene alla famiglia delle asteracee e deve essere coltivata nei giardini rocciosi. È legata alla tradizione del Natale e non necessita delle particolari cure.
La stella alpina deve essere esposta ai raggi del sole, sopporta le basse temperature, poiché il suo habitat naturale è la montagna. Deve essere annaffiata regolarmente e il terreno dove viene coltivata deve essere ricco di sabbia, ghiaia, e sassi.

Seguendo questi piccoli consigli le vostre piante di Natale saranno sicuramente belle e sane.

fonte
view post Posted: 13/12/2011, 10:47     Menù di Natale senza crudeltà - Cucina ...in erba

Ricette di Natale vegan, senza crudeltà!

tavola-natale-2011

Un gustoso menu di Natale 100% vegetale, ricco, invitante e facile da preparare!


Ecco una proposta di un gustoso menu di Natale con ingredienti 100% vegetali. Si tratta di ricette gustose e ricche, per preparare un menu completo, dall'antipasto al dolce, "buone" in tutti i sensi: buone come sapore, e buone perché non uccidono nessuno, e consentono a tutti di avere un "Buon" Natale.

Le ricette sono tratte dal sito VeganHome, e sono quelle che gli utenti del forum hanno proposto nel corso del tempo, quindi tutte collaudate di persona e apprezzate da molti!


Menu di Natale


Antipasti:
Insalata russa
Strudel di carciofi

Primo:
Lasagne al radicchio

Secondo:
Involtini di frutta secca

Contorni:
Millefoglie di patate e funghi
Insalata di fagiolini e anacardi

Dolci:
Torta cioccolato e arancia
Biscotti alle arachidi

Tutte le dosi si intendono per 5 persone, tranne la torta al cioccolato che è per 8 persone.


Antipasto: Insalata russa

Ricetta di: Lia78;
Difficoltà: Facile; Tempo: 40 minuti

Ingredienti

150 g di patate
100 g di carote
100 g di piselli
mezzo cucchiaio di capperi

Per la maionese:
100 ml latte di soia non dolcificato
un quarto di limone spremuto
2 cucchiaini di senape
2 pizzichi di sale
olio di mais q.b.

Preparazione

Fate bollire o meglio ancora cuocete al vapore patate e carote. Una volta cotte e raffreddate, tagliatele a cubetti il più regolari possibili. E' bene che le verdure siano tagliate dopo la cottura, e non prima, altrimenti assorbirebbero troppo acqua. A parte cuocete i piselli in acqua salata, scolandoli al dente.
Nel frattempo preparate la maionese: si mettono tutti gli ingredienti, tranne l'olio, nel bicchiere del minipimer, e si inizia a frullare. Si aggiunge l'olio a filo, ma si può anche aggiungerne un po', frullare, fermarsi, aggiungerne un altro po', frullare, fermarsi (conviene fare così perché altrimenti non si riesce a tenere fermo il bicchiere mentre si frulla). Il minipimer va usato muovendolo in verticale, in modo da mixare bene. L'olio va aggiunto fino a che la maionese raggiunge la consistenza desiderata, più la si vuole densa, più si aggiunge olio. Mettendolo un po' alla volta ci si può fermare quando si vuole. In questao caso serve una maionese dalla consistenza piuttosto soda, dovrete probabilmente aggiungere più olio del normale.
Mescolate le verdure a cubetti, aggiustate di sale, condite con i capperi dissalati e finemente tritati e 3/4 della maionese. Con la maionese rimanente, ricoprite in modo uniforme la superficie dell'insalata russa. Decorate a piacere con olive, cetriolini, o altri sottaceti.

Fonte: VeganHome.it - www.veganhome.it/ricette/antipasti/insalata-russa/

Antipasto: Strudel di carciofi

Ricetta di: CristinaM
Difficoltà: Facile; Tempo: 30 minuti

Ingredienti

8 carciofi
un rotolo di pasta sfoglia vegan
un mazzetto di prezzemolo
uno spicchio d'aglio
una manciata di pangrattato
un limone
olio extravergine di oliva

Preparazione

Pulire i carciofi, tagliarli in 4 spicchi, togliere la peluria all'interno e metterli in acqua e limone, così non anneriscono. Scaldare l'olio e farvi saltare i carciofi per qualche minuto girandoli continuamente, bagnarli con mezzo bicchiere d'acqua, mettere il coperchio e farli cuocere per pochi minuti in modo che restino al dente.
Tritare il prezzemolo e l'aglio e aggiungerli ai carciofi prima di toglierli dal fuoco. Lasciarli raffreddare (si possono preparare anche la sera prima).
Circa tre quarti d'ora prima di andare in tavola, scaldare il forno a 180 gradi, allargare sul tavolo il foglio di pasta, spolverizzarlo con il pangrattato, mettervi i carciofi, badando di prenderli asciutti, senza il loro eventuale sugo di cottura.
Arrotolare la pasta, come per un normale strudel, bucherellare la superficie con uno stecco di legno appuntito e praticarvi due o tre tagli trasversali, spennellare la superficie con l'olio d'oliva, sistemarlo su una placca da forno ricoperta con carta forno e infornare per 20 minuti. Spegnere il forno e lasciar cuocere per altri 10 minuti. Servire a temperatura ambiente tagliato a fette.

Fonte: VeganHome.it - www.veganhome.it/ricette/pizze-focacce/strudel-carciofi/

Primo: Lasagne al radicchio

Ricetta di: fiordaliso09;
Difficoltà: Media; Tempo: 105 minuti

Ingredienti

3 cespi grossi di radicchio rosso
300 grammi di lasagne di grano duro (non all'uovo), meglio se integrali
3 cipolle medie
1 litro circa di besciamella
olio extravergine di oliva
sale e pepe
dado vegetale in polvere
pangrattato
lievito alimentare in scaglie (si trova nei negozi biologici e nelle erboristerie)

Preparazione

In una padella capiente fare stufare lentamente le tre cipolle tagliate a fettine con 3 cucchiai di olio extravergine; devono ammorbidirsi bene senza bruciacchiare, pertanto tenere la fiamma non troppo alta. Nel frattempo lavare e tagliare a listarelle il radicchio e preparare la besciamella, seguendo la ricetta riportata sotto.
Quando le cipolle sono pronte (ci vorranno 10 minuti circa), aggiungere nella stessa padella il radicchio tagliato a listarelle e girare bene finché non appassisce; aggiungere sale e pepe e un cucchiaino raso di dado vegetale in polvere, se lo si gradisce. Non esagerare con la cottura, deve solo appassire e diminuire di volume, poi continuerà la cottura in forno, l'importante è che non ci sia acqua sul fondo della padella.
Far bollire mezzo bicchiere d'acqua e sciogliervi un po' di dado vegetale in modo da costituire del brodo vegetale.
Preparare una teglia per lasagne e mettere sul fondo olio extravergine e besciamella, quindi stendere il primo strato di lasagna senza procedere con la precottura, nemmeno se integrale. Distribuire sulla sfoglia un cucchiaio di brodo vegetale in modo da inumidirla, quindi versare a cucchiaiate il radicchio distribuendolo bene e sopra questo mettere un bello strato di besciamella; proseguire in questo modo fino alla fine delle sfoglie di lasagna. Sull'ultimo strato mettere due cucchiai di brodo per inumidire anziché uno, quindi cospargere bene di pangrattato, lievito e infine un pochino di olio extravergine.
Cuocere a 200 gradi per 40 minuti,tenendo coperto con carta stagnola fino a 15 minuti prima.

Per la preparazione della besciamella fatta in casa:

Ingredienti

1 litro di latte di soia al naturale, non dolcificato
8 cucchiai di olio extravergine d'oliva (o 70 g di burro di soia o margarina vegetale)
4 cucchiai di farina
1 cucchiaino di dado vegetale in polvere
noce moscata, sale, pepe

Preparazione

Il segreto per fare la besciamella senza grumi sta nel miscelare la farina con l'olio PRIMA di aggiungere il latte.
Quindi: mettete l'olio in un pentolino, fate scaldare e poi versatevi la farina. Mescolate velocemente con un cucchiaio di legno, per circa un minuto, finché otterrete un impasto denso e omogeneo. A questo punto, lasciando la pentola sul fuoco (medio-basso) aggiungete il latte di soia pochissimo per volta, sempre continuando a mescolare. In questo modo non si formeranno grumi.
Versato tutto il latte, aggiungete il dado vegetale, 2 pizzichi di sale, un po' di pepe, e abbondante noce moscata grattugiata.
Continuate a mescolare, a fuoco basso, finche' si addensa (circa 5 minuti). Assaggiate per sentire se serve ancora sale o noce moscata. Potete anche aggiungere ancora olio, se vi piace. Quando è abbastanza densa, spegnete il fuoco e lasciate ancora 5 minuti a pentola coperta in modo che solidifichi ancora.

Fonte: VeganHome.it - www.veganhome.it/ricette/primi/lasagne-radicchio e www.veganhome.it/ricette/preparazioni-base/besciamella/

Secondo: Involtini di frutta secca

Ricetta di: CristinaM;
Difficoltà: Media; Tempo: 40 minuti

Ingredienti

60 g di anacardi
60 g di arachidi
60 g di noci sgusciate
60 g di mandorle
60 g di nocciole
60 g di pistacchi
60 g di pinoli
5 cucchiai colmi di pangrattato
una cipolla bianca media
due carote medie
un cespo di lattuga "Pan di zucchero" di grandezza media
sugo di pomodoro al basilico
5 cucchiai di olio extravergine d'oliva
un dado per brodo vegetale

Preparazione

Mettere nel mixer, con il coltello per grattugiare, le carote e tutta la frutta secca. Grattugiare e mettere da parte. Pelare la cipolla, tagliarla in quarti, metterla nel mixer, con il coltello normale, aggiungere il pangrattato e frullare.
Riunire nella ciotola la frutta secca e la cipolla con il pangrattato, mescolare bene.
Mettere a bollire un litro d'acqua con il dado.
Nel frattempo staccare le foglie dalla lattuga, scegliendo le più grandi e belle, lavarle e quando il brodo bolle, tuffarle nella pentola per pochissimi minuti, solo per ammorbidirle, ma senza cuocerle. Scolare le foglie (conservando il brodo), distenderle su un canovaccio per asciugarle un po'.
Dividere il composto di frutta secca in 10 porzioni, prendere una foglia, porvi una porzione di composto; se fosse troppo asciutto bagnarlo con un po' del brodo vegetale messo da parte. Ripiegare i bordi laterali della foglia sul composto e poi arrotolare il tutto formando così gli involtini.
Scaldare l'olio nella pentola, porvi gli involtini facendoli dorare leggermente su entrambi i lati, coprirli con il brodo vegetale e farli cuocere a pentola coperta per una ventina di minuti; quando sembrano cotti sistemarli su un piatto da portata, ricoprire ogni involtino con una cucchiaiata di sugo di pomodoro un po' riscaldato e servire.

Fonte: VeganHome.it - www.veganhome.it/ricette/secondi/involtini-frutta-secca/

Contorno: Millefoglie di patate e funghi

Ricetta di: Lifting_Shadows;
Difficoltà: Facile; Tempo: 45 minuti

Ingredienti

450 g di patate
150 g di funghi misti surgelati
40 g di panna di soia
mezza cipolla
olio evo
20 g di prezzemolo tritato

Preparazione

Lavare le verdure e pulirle.
Preriscaldare il forno a 180 gradi.
Portate a ebollizione un litro di acqua salata con un cucchiaio d'olio.
Nel frattempo tagliate le patate a lamelle sottili e versatele nell'acqua bollente per un minuto. Scolatele e fatele asciugare molto bene su carta assorbente.
Scaldate l'olio in una padella, unite i funghi e la cipolla finemente tritata. Lasciate cuocere cinque minuti, quindi aggiungete sale e prezzemolo.
Ungete una pirofila e formate un primo strato di patate. Proseguite con uno strato di funghi, uno di panna e ricominciate con le patate, fino ad esaurire gli ingredienti, terminando con le patate. Infornate trenta minuti in forno caldo a 220 gradi
A scelta potete cospargere l'ultimo strato di patate con noci di margarina.

Fonte: VeganHome.it - www.veganhome.it/ricette/secondi/millefoglie-patate-funghi/

Contorno: Insalata di fagiolini e anacardi

Ricetta di: Lia78;
Difficoltà: Facilissima; Tempo: 30 minuti

Ingredienti

500 g di fagiolini
anacardi
olio extra vergine d'oliva
aceto balsamico

Preparazione

La preparazione è molto semplice: lavate e spuntate i fagiolini e lessateli in abbondante acqua salata. I fagiolini rimarranno più verdi se li immergete nell'acqua dopo averla portata ad ebollizione. Lessateli per 15-20 minuti o fino al punto di cottura desiderato (quando si spezzano facilmente con le mani, dovrebbero essere morbidi). Non lasciateli troppo croccanti.
Nel frattempo, tostate brevemente in padella gli anacardi, facendo attenzione a non farli bruciare. Condite i fagiolini con olio e sale. Prima di portare in tavola, aggiungete gli anacardi spezzettati e un filo di aceto balsamico.

Fonte: VeganHome.it - http://www.veganhome.it/ricette/contorni/i...olini-anacardi/

Dolce: Torta cioccolato e arancia

Ricetta di: acomeassenzio;
Difficoltà: Media; Tempo: 70 minuti

Ingredienti per 8 persone

80 g di margarina non idrogenata
120 g di zucchero
un'arancia
200 g di farina rinforzata (manitoba o 00+maizena)
100 g di cacao amaro
200 g di latte di soia
una bustina di lievito vanigliato per dolci
un cucchiaio abbondante di aceto (di vino bianco o di mele)
un barattolo di marmellata di arance amare
3 cucchiai di zucchero a velo
un cucchiaio di cannella in polvere

Preparazione

Grattugiare la scorza di un'arancia, e poi spremerla e tenere da parte il succo. Montare la margarina con lo zucchero e la scorza dell'arancia a crema, poi unire la farina, il lievito, l'aceto e il cacao e iniziare a lavorare con la frusta mentre si aggiunge il latte di soia. Farsi venire un avambraccio da tennista per amalgamare benissimo il composto con la frusta. Intanto accendere il forno (se termoventilato è meglio) a 200 gradi
Ungere e infarinare una teglia, metterci il composto e mettere in forno, per i primi 10 minuti a 190 gradi poi per il resto della cottura abbassarlo a 170 gradi Per controllare la cottura infilzare la torta con uno stecchino e vedere quando è asciutto. Sfornare appena cotta e lasciarla raffreddare bene.
Quando è ben fredda tagliarla in due dischi stando attenti a non frantumarla, e farcirla con la marmellata di arance amare.
A parte in un pentolino preparare la glassa, mettendo sul fuoco il succo dell'arancia spremuta prima, la cannella e lo zucchero a velo, rimescolando di continuo, finché non si restringe e diventa colloso.
Con un pennellino ricoprire la superficie della torta con la glassa e... buon appetito!

Fonte: VeganHome.it - www.veganhome.it/ricette/dolci/torta-cioccolato-arancia/

Dolce: Biscotti alle arachidi

Ricetta di: Suffi;
Difficoltà: Facile; Tempo: 45 minuti

Ingredienti

250 g di farina
100 g di margarina
60 ml di latte di soia
2 cucchiai di burro d'arachidi
4 cucchiai di malto di mais
2 cucchiaini di lievito per dolci
30 g di cioccolato fondente
30 g di arachidi sgusciate

Preparazione

Far sciogliere la margarina e unirla alla farina e al latte; impastare bene e aggiungere il malto e il burro d'arachidi, il lievito, la cioccolata tagliata a pezzetti e 20 g di arachidi divise a metà. Con l'impasto ottenuto formare i biscotti, dando loro forma rotonda e piatta. Disporli su una teglia coperta con carta da forno, decorarli in superficie con le arachidi rimaste e cuocere in forno a 160 gradi per 20 minuti.

Fonte: VeganHome.it - www.veganhome.it/ricette/dolci/biscotti-arachidi/

Per saperne di più sulla scelta vegetariana e vegan, che salva animali, l'ambiente e la tua salute, fai riferimento al sito VegFacile.info "per diventare vegan passo passo... in modo facile!": www.vegfacile.info

view post Posted: 1/12/2011, 11:57     La sofferenza delle mcche da latte - ...la mia voce, le mie cure, il mio Amore!
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La sofferenza delle mucche "da latte"

Argomento: Allevamenti/Veganismo

Il servizio di Striscia la Notizia sulle "mucche a terra" mostra la tortura cui gli animali sono sottoposti.

Pochi giorni fa è andato in onda un nuovo servizio sulle "mucche a terra", una investigazione condotta dalla trasmissione "Striscia la notizia". La visione è caldamente consigliata a tutti coloro che ancora consumano latte e latticini.

Video Striscia la notizia

Il video mostra cosa accade normalmente negli allevamenti di mucche "da latte": questi animali sono così sfruttati e sono sottoposti a tali e tante sofferenze sia fisiche che psicologiche, che alcuni non riescono ad arrivare al momento del macello ancora in piedi sulle loro zampe e quindi vengono caricati sul camion a suon di spintoni, o issati con una carruccola, o spinti con una ruspa.

Dico che questo accade NORMALMENTE perché non è affatto vero, come tutti si sono affrettati a dire in questi giorni, che questi sono casi estremi, che non accade praticamente mai, che chi si è reso colpevole di questa illegalità ora verrà punito e che è un disonore per la categoria, ecc. ecc. Lo sfruttamento della mucche è invece la normalità delle cose. Le mucche vengono costrette a produrre 10 volte tanto il latte che servirebbe al loro cucciolo per vivere. E' OVVIO che questo metta a dura prova il loro fisico, insieme alle condizioni terribili in cui sono tenute negli allevamenti. E' OVVIO che dopo pochi anni di tale tortura questi animali siano letteralmente a pezzi.

Nella maggior parte dei casi, si riesce a finire lo sfruttamento un po' prima che la mucca non sia più capace di reggersi in piedi, in sostanza a "rottamarla" quando non è più abbastanza produttiva ma ancora si regge sulle sue zampe; in alcuni casi invece le povere mucche diventano "mucche a terra" prima del tempo previsto per la loro "rottamazione". E' illegale trasportarle al macello in queste condizioni, certo, quindi chi lo fa commette un reato, ma se vengono invece uccise sul posto, è molto meglio per le mucche? In questo caso è tutto legale, ma è anche GIUSTO? Basta questo a mettere a posto la situazione? E, allo stesso modo, è giusto che quelle che ancora si reggono in piedi vengano tranquillamente caricate in camion e portate in un mattatoio puzzolente di sangue e siano sgozzate e fatte a pezzi?

Tutto questo non è illegale. E' normale, quotidiano, è quello che accade per avere nei negozi latte, burro, panna, yougurt, mozzarella, formaggi di ogni genere.

Quindi è perfettamente inutile scandalizzarsi per le illegalità commesse da allevatori, trasportatori, veterinari, quando la quotidianità del tutto legale è altrettanto terribile.

Guardate le espressioni di queste mucche, guardate la sofferenza che traspare dai loro occhi, che è una sofferenza dovuta al dolore fisico, ma è anche sofferenza psicologica, perché queste creature sono costrette a partorire un vitello ogni anno, solo così producono latte, non esiste una "magia" che rende un mammifero in grado di produrre latte, questa magia si chiama "parto" e accade in tutti i mammiferi, umani inclusi. Il cucciolo viene portato via dalla madre appena nato, viene confinato in piccoli box per 6 mesi e poi ammazzato e la sua carne venduta, oppure ammazzato subito, oppure lasciato morire d'inedia (come accade ai bufalini, gli scarti della produzione di mozzarella di bufala).

Potete immaginare la sofferenza di questa separazione, unita alla prigionia sia per la madre che per il figlio, cui si aggiunge, per le madri, la costrizione a una produzione pari a 10 volte tanto quello che il suo corpo è in grado di produrre?

Questa è la normalità in tutti gli allevamenti, nessuno escluso. Le mucche "da latte" non sopravvivono a lungo, dunque. Erano 5-6 anni, una volta, ormai sono diventati 2-3 anni, poi sono "da buttare". Ma se anche la tendenza venisse invertita, e si producesse molto di meno, in modo da non "consumare" le mucche, credete che sia possibile ottenere del latte "senza crudeltà", cioè mantenere tutte le mucche e tutti i loro figli per la loro durata di vita naturale, 20-30-40 anni, e in condizioni di non sofferenza? Ovviamente no, è ridicolo pensarlo, dove mai si troverebbero lo spazio, il mangime, le risorse e i soldi per farlo?

E dunque, per tutti voi che provate orrore per queste sofferenze e queste uccisioni, voi che avete deciso di diventare vegetariani per non uccidere animali per la vostra alimentazione, voi che dite di amare gli animali... per tutti voi, l'unica scelta possibile, etica, compassionevole, LOGICA è quella di smettere di consumare latte e latticini, perché questi "alimenti" uccidono mucche e vitelli fanno vivere loro una vita d'inferno per quei pochi mesi o anni loro concessi.

Altra scelta non c'è. La responsabilità, nel bene e nel male è solo vostra, non di allevatori e trasportatori e macellatori.

L'unica scelta è quella VEGAN. Perché anche per la produzione di uova valgono considerazioni del tutto analoghe.

Solo così potrete godervi i vostri piatti preparati con ingredienti vegetali, che sono più buoni e invitanti di quelli ottenuti dalla sofferenza e dalla morte di esseri senzienti che non abbiamo nessun diritto di torturare e uccidere.

Per diventare vegan:
www.VegFacile.info

Articolo di Marina Berati

Fonte: AgireOra
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