Triwend |
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| L'inebriante profumo degli arancini, forse la più conosciuta specialità della rosticceria siciliana, saluta ogni nuovo visitatore nei confortevoli ristoranti o snack delle navi traghetto che fanno la spola tra Villa S. Giovanni e Messina, ma anche l'isolano stesso che si è allontanato dalla sua terra. E' il primo saluto, quindi, della Sicilia per chi arriva, ed il primo sapore, dove si possono riconoscere le diverse influenze: quella araba, per aver fornito il riso e lo zafferano; la francese per il ragout; la spagnola per il pomodoro; e, prima ancora, la greca col canestrato fresco, il tenero formaggio che, a dadini, sarà frammisto al ragù nella farcia. Gli arancibni si presentano appuntiti (quelli al ragù), rotondi quelli al burro e agli spinaci.
Ingredienti:
500 gr di riso per arancino oppure per risotti 300 gr di carne macinata oppure meglio 50 gr di carne da bollito a dadini 150 gr di canestro fresco oppure mozzarella 150 gr di pisellini battuto di sedano carota e cipolla 10 gr concentrato di pomodoro farina qb e pangrattato olio evo qb vino qb
procedimento: Preparare il ragù con un battuto di cipolla, carota e sedano, metter prima i pezzetti di carne da bollito tagliati a cubettini di circa 2 cm, poi la carne trita , lasciare rosolare e sfumare con un buon vino rosso. qQuando il vino sarà ben sfumato aggiungere il concentrato di pomodoro, mezzo bicchiere d'acqua e lasciare cucinare finchè il ragù raggiunga una densità abbastanza "stretta". Bollire in brodo di carne, il riso e scolarlo al dente. Il riso va cucinato il giorno prima. Ancora caldo disporlo a fontana sul marmo per amalgamarlo con lo zafferano sciolto in una tazzina d'acqua calda. Per confezionare l'arancino si plasma nella mano sinistra il quantitativo di riso che corrisponde alla metà dell'arancino,preparando una nicchia, al centro, per accogliere una cucchiaiata di ragù. Su questo viene adagiato un cubetto di formaggio canestrato fresco, in assenza di questo si può usare una mozzarella fresca; il pezzetto di formaggio sarà di circa due centimetri per lato, ed un po' di pepe, se il ragù non è pepato.
Un'altra cucchiaiata di riso ricopre tutto e l'arancino che viene adesso plasmato nella sua forma definitiva, stando ben attenti che il ragù non esca fuori.Questa oprazione è fondamentale per la riuscita dell'arancino;il tutto dovrà essere compattato nella maniera migliore possibile.
A questo punto viene passato nella pastella di acqua e farina
quindi, nel pangrattato:
così è pronto alla frittura, che avverrà in una capace padella con olio evo dove galleggerà e acquisterà doratura tipica
Sgocciolare l'olio di frittura
e riporre gli arancini in un piatto da portata, servirli ancora tiepidi....avranno quell'inconfondibile aroma che ricorda la mia meraviglio sa terra!!!
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